si lo so, conosco questa tesi e praticamente l'avevo condivisa nella prima stesura del "the bench is the bench": in sostanza, all'epoca, suggerivo di effettuare gli allenamenti ad intensità sub massimale, con 1 o 2 reps, con il fermo al petto e quelli di volume, con un maggior numero di ripetizioni, effettuando quello che definivo un' "inversione di marcia" .
Sheiko in effetti afferma che noi dovremmo simulare la situazione tecnica di gara, dove è richiesto 1 fermo soltanto, per cui assimilato l'automatismo in una delle alzate ripetute, potremmo poi eseguire le altre con maggior esplosività e facilità e minor stress nervoso, favorendo in tal modo il prolungarsi proprio del lavoro di volume in condizioni di integrità, freschezza e fluidità.
Tuttavia, negli anni mi sono reso conto che questo induce a sporcare la tecnica negli atleti non avanzati ed inoltre contribuisce a falsare il calcolo percentuale delle reps, poiché esso risulta come prodotto dalla massima alzata con fermo e poi replicato, su più ripetizioni, con esecuzione diversa da quella con cui si era predeterminato il "quantum" da svolgere.
In questo senso mi pare che Ado, che interviene nel dibattito, sia tutto sommato d'accordo con la mia linea attuale, facendo un distinguo tra due tipologie di atleti - tra cui lascia intuire essercene una predominante - per perorare di fatto la causa del fermo al torace.